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dai GIORNALI di OGGI

FEBBRE SUINA: 152 Morti in Messico

Il ministero della salute:

"poco probabile un'epidemia a breve"

Farnesina: "Rinviate i viaggi in Messico"

L'ultimo bilancio dell'influenza da suini è salito a 152 morti. Nuovi casi in Nuova Zelanda e negli Usa

Che sintomi ha? Quali le precauzioni? Domande e risposte dal Ministero della Salute

2009-04-26

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal sito di Repubblica

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2009-04-28

Nessun caso segnalato in italia dopo il falso allarme di venezia

Febbre suina, in Messico i morti sono 152

Cresce ancora il bilancio delle vittime, ma le autorità: l'epidemia sta registrando un calo. Casi sospetti in Cina

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La febbre suina è in Europa. L'Oms alza il livello di allerta (27 aprile 2009)

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Un barbiere messicano taglia i capelli ad un cliente indossando una mascherina di protezione (Afp)

Un barbiere messicano taglia i capelli ad un cliente indossando una mascherina di protezione (Afp)

MILANO - È salito a quota 152 il bilancio "probabile" delle vittime dell'influenza suina in Messico, il Paese epicentro dell'epidemia che sta mettendo in allarme il mondo e per la quale l'Organizzazione mondiale della Santità ha fatto salire il livello di allerta da 3 a 4 (su una scala di 6). I dati sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa dal ministro della sanità, Josè Angel Cordova, il quale però per la prima volta ha fatto notare che l'epidemia potrebbe essere in una fase di recessione: il numero dei decessi sospetti è infatti in calo (sono stati 6 sabato, 5 domenica, 3 lunedì). Alcuni casi di possibili persone contagiate dal virus vengono intanto segnalati in Cina.

I CASI NEL MONDO - Ma intanto l'allarme nel mondo cresce e nessun paese sembra più immune dal rischio. Infezioni conclamate sono state trovate in Gran Bretagna (2 casi in Scozia), in Canada (6 casi certi, 10-12 sospetti), in Spagna (un caso sicuro, oltre 26 probabili), negli stati Uniti (44). Ma sono ormai innumerevoli i Paesi con casi che destano seri sospetti: Australia 17, Cile 8, Colombia 9, Danimarca 5, Francia 1, Irlanda 3, Israele 1, Nuova Zelanda 66, Corea del Sud 1, Svezia 5, Svizzera 5.

LA SITUAZIONE IN ITALIA - Nel nostro Paese la situazione continua ad essere sotto controllo. Dopo un caso sospetto a Venezia nella giornata di lunedì (ma la persona che aveva manifestato sintomi simili a quelli dell'influenza suina è stata sottoposta ad accertamenti medici che hanno dato esito negativo) non si registrano al momento nuove segnalazioni.

LA PSICOSI NEL MONDO - Ma quella della febbre suina sta diventando sempre più una vera psicosi. Ne risentono le Borse mondiali, che temono ripercussioni sull'economia globale. E ne risentono anche le politiche dei vari governi, combattuti tra l'esigenza di farsi trovare pronti per fronteggiare un'eventuale escalation dell'emergenza (molti stanno verificando o incrementando le scorte di antivirali) e quella di non diffondere panico tra la popolazione In Egitto alcuni parlamentari hanno ad esempio chiesto il sacrificio di tutti i maiali del Paese. I deputati, riferisce un quotidiano locale, hanno chiesto al governo di isolare le aziende di allevamento suino e di trasportare gli animali lontano dai nuclei urbani per evitare che l'influenza suina possa estendersi. Paese a maggioranza musulmana, l'Egitto ha una popolazione di circa 35.000 suini, la cui carne viene consumata solo dalla minoranza cristiana (il 10 per cento della popolazione), visto che la religione musulmana considera infatti impuri i maiali e proibisce il consumo della carne suina. Il suino è considerato impuro anche per gli ebrei: un ministro israeliano ieri ha spiegato che pur di non citare il nome di questo animale non kosher la pandemia sarà definita ufficialmente "influenza messicana".

28 aprile 2009

 

 

 

 

obama: l'influenza è causa di preoccupazione. sei paesi mettono al bando la carne

La febbre suina è in Europa

L'Oms alza il livello di allerta

In Messico 149 morti. Due casi in Scozia e uno in Spagna. Ginevra: "Nessun Paese può considerarsi immune"

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Il sito Usa sulle pandemie: informazioni e aggiornamenti

(LaPresse)

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MADRID (SPAGNA) - L'influenza suina può diffondersi ovunque. Non si tratta di un problema limitato al continente americano e nessun Paese al mondo può considerarsi immune. È quanto sostiene l'Organizzazione Mondiale della Sanità che, come ampiamente annunciato, ha deciso di innalzare al quarto (su una scala fino a sei) il livello d'allerta per il rischio di pandemia, dopo avere verificato che il virus mutante della febbre suina A/H1N1 si trasmette direttamente fra esseri umani. L'Oms ha anche spiegato che saranno necessari dai quattro ai sei mesi per poter disporre di un vaccino efficace. L'influenza che si è diffusa in Messico, dove si contano 149 vittime, è arrivata intanto in Europa: un caso accertato è stato riscontrato in Spagna, due confermati in Scozia, mentre si contano diversi casi sospetti nel Vecchio Continente. Il governo messicano ha rafforzato le misure di prevenzione, imponendo lo stop alle scuole in tutto il paese da domani al 6 maggio. La notizia è stata data durante una conferenza stampa nella quale è stata avvertita una forte scossa di terremoto il cui epicentro è stato localizzato nel sud del paese.

UN CASO IN SPAGNA, DUE IN SCOZIA - La paura del contagio, dunque, si diffonde in tutta Europa. E se in Italia i controlli su una 31enne, in isolamento nel reparto di malattie infettive a Venezia, hanno scongiurato il pericolo che la paziente fosse affetta dall'influenza suina, in Spagna, il ministro della Sanità Trinidad Jimenez ha fatto sapere invece che sono risultati positivi i test effettuati su un 23enne di Almensa (sud-est della Spagna) rientrato dal Messico il 22 aprile. E due persone, ora tenute sotto osservazione e in isolamento nell'ospedale di Airdrie, nelle vicinanze di Glasgow, sono risultate positive ai test in Scozia, come ha reso noto il locale dipartimento per la Salute.

SI MUOVE L'UE - La preoccupazione per la diffusione del contagio in Europa ha spinto la commissaria europea alla Sanità Androulla Vassiliou a chiedere "una riunione straordinaria dei ministri della Sanità dell'Ue", che forse si terrà giovedì, per rispondere con misure concrete all'allarme internazionale sull'influenza da suini. Allarme che ha portato gli Stati Uniti a proclamare lo stato di emergenza nazionale. La Vassiliou successivamente ha anche raccomandato ai cittadini europei di evitare i viaggi in Messico e negli Stati Uniti se non è indispensabile. La commissaria Ue ha precisato che si tratta di consigli, non di disposizioni vincolanti che spettano solo a ciascun Stato membro.

Androulla Vassiliou (Reuters)

Androulla Vassiliou (Reuters)

In un secondo momento però il ministro degli affari europei Alexander Vondra, al termine del consiglio esteri della Ue a Lussemburgo, ha precisato che l'Unione europea non ha preso disposizioni comuni che limitano i viaggi dei cittadini europei. Vondra ha anche precisato che la commissaria Ue alla salute Androulla Vassiliou "ha parlato a titolo personale".

40 CASI NEGLI STATES - Negli Stati Uniti sono 40 i casi accertati di febbre suina. Lo ha reso noto il consiglio sanitario nazionale, Cdc, mentre il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha annunciato che i casi accertati a New York sono 28, tutti concentrati alla St. Francis Prep, un liceo cattolico di Queens. I malati stanno tutti reagendo bene alle terapie e sono in miglioramento. L’età media delle persone colpite è di 16 anni. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che distribuiranno 11 milioni di trattamenti antivirali contro l’influenza suina, ma non consigliano alla popolazione l’uso di mascherine sui luoghi di lavoro.

OBAMA - L'influenza da suini è "causa di preoccupazione" per gli Stati Uniti, ha detto il presidente americano Barack Obama in un discorso all'Accademia Nazionale delle Scienze. L'amministrazione americana, ha aggiunto il presidente, "sta seguendo con attenzione" gli sviluppi dell'influenza da suini, ma "non c'è ragione di allarme". Il dipartimento di Stato Usa è pronto a lanciare un avvertimento consigliando ai cittadini americani di astenersi dal fare viaggi in Messico. È quanto riporta il canale televisivo Fox News.

BANDO DI SEI PAESI ALLA CARNE SUINA DALL'AMERICA - Cina, Ucraina, Kazhakstan, Filippine, Thailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di maiale proveniente da alcuni stati americani: lo ha confermato l'ufficio del Rappresentante Commerciale americano, l'equivalente del ministero del Commercio Estero. L'Ufficio del Trade Representative ha stigmatizzato il bando che a suo giudizio "non ha fondamenti scientifici e rischia di danneggiare gravemente i commerci".

LE MISURE DA PRENDERE - Tornando in Europa, sono almeno tre le misure di prevenzione per far fronte ai potenziali rischi di epidemia di influenza da suini di cui i ministri della Ue discuteranno. La prima misura possibile - riferiscono fonti europee - riguarda il rafforzamento delle azioni di prevenzione negli aeroporti, in particolare nei confronti dei passeggeri che provengono dalle aree considerate a rischio. La seconda misura, riguarda una campagna di informazione rivolta ai passeggeri europei. La terza prevede uno stretto coordinamento tra gli Stati membri per l'eventuale trasferimento di vaccini e medicinali ai partner che ne dovessero avere bisogno, secondo il principio della solidarietà normalmente seguito in caso di emergenza sanitaria. In vista della riunione straordinaria dell'Ue, la presidenza ha chiesto alla Commissione Ue di preparare proposte specifiche sulle azioni da prendere in modo coordinato tra i 27. Dal canto suo il ministro degli Esteri Frattini ha dichiarato che l'Italia "si attiverà come presidenza del G8" contro l'emergenza da febbre suina.

27 aprile 2009

 

 

Fuga dei turisti dal Messico Voli cancellati e nuove rotte

Italiani dirottati a Santo Domingo. I tour operator: paure infondate

ROMA — Inutile ripetere ai clienti preoccupati che Città del Messico sta lontana dalle spiagge bianche dello Yucatan centinaia di chilometri, e ancora di più le altre zone colpite dal virus, quelle al confine nord con gli Stati Uniti. La febbre suina ha fermato quasi tutti i turisti italiani in partenza per il Messico questa settimana e la prossima, nonostante lo "sconsiglio" della Farnesina riguardi solo alcune zone del Paese (pagine web Viag­giare Sicuri del ministero de­gli Esteri) e nonostante il 90 per cento del nostro turismo sia diretto alla sola "riviera Maya", dove non si registra­no focolai di infezione.

"Ha rinunciato al viaggio il 70 per cento dei nostri clienti — spiega il direttore commer­ciale di Viaggi del Ventaglio Luca Battifora —. A tutti ab­biamo offerto di cambiare la destinazione e il 40 per cento si è imbarcato per Santo Do­mingo. Agli altri offriremo un bonus che copre l’importo del viaggio. Stesso scenario la prossima settimana, siamo nell’ordine di altri 700 clienti. Nessuno ha pagato penali".

Anche Meridiano ha cancel­lato senza far pagare penali. Spiega Andrea Sino, responsa­bile del prodotto Stati Uniti e Messico del tour operator: "Sugli Stati Uniti non ci sono alcun allarme e nessuna can­cellazione, e del resto anche la Farnesina non sconsiglia di partire per gli Usa, quindi se un cliente chiede la cancella­zione pagherà la penale. Ma per il Messico è diverso. Noi in particolare abbiamo più tour e meno mare, i nostri vo­li atterrano anche a Città del Messico. Quindi non andia­mo lì per il momento".

Le associazioni dei consu­matori però sono pronte a dar battaglia. "Non tutti i tour operator si stanno comportan­do con responsabilità — attac­ca il Codacons, l’associazione dei consumatori presieduta da Carlo Rienzi —. E purtrop­po questo dipende dall’elenco irresponsabile della Farnesi­na che include alcune zone e ne lascia fuori altre: il Messi­co va tutto sconsigliato in que­sto momento e i viaggi tutti rimborsati". Anche il presi­dente di Federconsumatori Rosario Trefiletti si dice pron­to a dare assistenza a chiun­que chieda il rimborso ma am­mette che "è più facile avere la meglio se la destinazione è sconsigliata dal ministero".

Dispensa invece rassicura­zioni Roberto Corbella, presi­dente di Astoi, l’associazione che riunisce i più grossi tour operator. La stagione estiva è alle porte e, anzi, già maggio e giugno sono i mesi dei viag­gi di nozze, la febbre suina po­trebbe far crollare la destina­zione Messico. "L’allarme c’è, ci sono pure le cancellazioni ma non c’è un crollo delle pre­notazioni — dice Corbella —. Molti hanno paura perché c’è una scarsa conoscenza geogra­fica del Paese, tra lo Yucatan e le zone colpite dal virus la di­stanza in chilometri è più o meno quella che corre tra la Svizzera e la Sicilia".

Mariolina Iossa

28 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-26

Il ministero della salute: "poco probabile un'epidemia a breve"

Farnesina: "Rinviate i viaggi in Messico"

L'ultimo bilancio dell'influenza da suini è salito a 81 morti. Nuovi casi in Nuova Zelanda e negli Usa

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ROMA - La Farnesina sconsiglia a tutti i cittadini italiani di recarsi nelle aree del Messico interessate dal contagio dell’influenza da suini, che ha già provocato almeno 81 morti secondo il ministero della Salute messicano. Inizialmente infatti si era parlato di 20 morti certe da virus e altre 61 sospette. Nella sezione "Viaggiare sicuri" del sito del ministero degli esteri, la Farnesina avverte che "nelle ultime settimane si è registrato in Messico un aumento di casi di influenza acuta di origine non ancora definita particolarmente concentrati nella capitale Città del Messico". "Casi isolati dell`infermità si sono registrati anche negli stati di Sonora, Baja California, Stato del Messico e Oaxaca. Per evitare il contagio la popolazione è stata raccomandata di evitare la frequentazione di luoghi pubblici, di riporre particolare attenzione nella cura dell'igiene personale e di accudire a strutture sanitarie in presenza di sintomi influenzali", si aggiunge. "A meno di motivi improrogabili", precisa ancora la Farnesina, "si consiglia ai viaggiatori che intendano recarsi nelle zone sopra indicate di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità".

MINISTERO DELLA SALUTE - Intanto dal ministero della Salute arrivano le parole rassicuranti del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio per il quale "sono bassi i rischi di un'epidemia a breve" (Ascolta l'audio). È stata comunque attivata presso il ministero del Welfare l'Unità di crisi sull'influenza da suini. L'Unità di crisi, già al lavoro, è composta da quattro-cinque esperti e lavora in contatto costante con le autorità sanitarie internazionali per monitorare la situazione. "Ci stiamo preparando da anni, fin dai tempi dell'aviaria, ad affrontare un'eventuale pandemia di influenza", ha detto Fazio.

IL BILANCIO - Intanto l'ultimo bilancio dell'influenza da suini in Messico è salito a 81 morti accertate dal 13 aprile ad oggi. Lo ha dichiarato il ministro messicano della salute, Josè Angel Cordova in una conferenza stampa, precisando che i malati sotto osservazione sono al momento 1.324. Cordova ha confermato la chiusura delle scuole e delle università della capitale, megalopoli con 20 milioni di abitanti, in atto da venerdì scorso. La riapertura è ora prevista per il prossimo 6 maggio. Sospese anche tutte le messe nella capitale messicana. Le misure di sicurezza sono state estese al vicino stato di San Luis Potosì, particolarmente toccato dal virus. Il ministro ha poi chiesto la collaborazione degli organizzatori per la "sospensione totale" di ogni manifestazione pubblica prevista, al chiuso e all'aperto, inclusi i luoghi di culto. Intanto, la polizia messicana ha arrestato due persone per aver venduto mascherine sanitarie a prezzi maggiorati di 25 volte.

STATI UNITI - E' stata confermata dalle autorità sanitarie statunitensi come sia influenza suina la natura del virus che a New York ha colpito otto studenti di una scuola superiore del Queens. Il Cdc di Atlanta ha poi aggiunto ai 7 casi della California e ai due casi del Texas già noti, anche due casi in Kansas e uno in Ohio, per un totale di 21 casi accertati.

NUOVA ZELANDA - Un gruppo di liceali neozelandesi di ritorno dal Messico è stato messo in quarantena in Nuova Zelanda, dopo avere accusato sintomi dell’influenza da suini: lo riferisce domenica la stampa locale, che cita gli enti sanitari locali. Tre insegnanti e 22 studenti del collegio Rangitoto di Auckland sono rientrati sabato da un soggiorno di tre settimane in Messico. Secondo i servizi sanitari della regione di Auckland, alcuni di loro (circa una decina) presentano sintomi dell’influenza da suini e sono stati posti in isolamento per tutti gli accertamenti del caso. Il risultato degli esami dovrebbero essere disponibili nella serata di domenica, ha detto un Michael Flyger, portavoce del ministero della Sanità.

ISRAELE - Un israeliano proveniente dal Messico e sospettato di aver contratto il virus dell'influenza suina è stato ricoverato in ospedale.

FRANCIA - Due casi sospetti di influenza suina sono stati riscontrati anche in Francia. Non v'è conferma ma, hanno riferito le autorità sanitarie di Parigi, sono sotto osservazione due viaggiatori provenienti dal Messico. Le autorità danno quasi per scontato che il il virus possa arrivare in Europa. Al quotidiano francese Le Parisienne, il direttore generale della Sanità francese, Didier Houssin, ha detto che vi sono stati numerosi rientri dal Messico e dunque "non si può escludere che qualche malato, potenzialmente contagioso, entri in Francia".

SPAGNA - Tre i casi sospetti segnalati in Spagna. Si tratta di persone tornate da un viaggio a Città del Messico e che accusano i sintomi dell'influenza. Attualmente sono in osservazione e in isolamento. Sono ricoverati ad Albacete, Bilbao e Valencia. Nessuno dei tre è in gravi condizioni e anzi il caso di Bilbao sembrerebbe in netto miglioramento. Soltanto fra 48 ore si potrà sapere se i tre casi sospetti sono davvero dovuti a influenza suina o se si tratta di un falso allarme. I tre sono arrivati con voli differenti. Tutti i passeggeri che viaggiavano con loro sono stati localizzati e avvertiti. Tutti quelli che arrivano dal Messico, d'ora in avanti, devono essere rintracciabili.

BRUXELLES: NESSUN CONTAGIATO NELL'UE - Ma da parte della Commissione Ue arrivano invece parole rassicuranti: "Non vi sono al momento sono casi riscontrati di contagio da febbre suina negli Stati dell'Unione Europea".

STANZIATI 450 MLN DI DOLLARI - Il Messico intanto ha stanziato fondi pari a 450 milioni di dollari, 340 milioni di euro, per la lotta contro l’influenza da suini. Lo ha reso noto sabato sera il ministero delle Finanze messicano. Grazie a questa riserva, "il ministero garantirà tutte le risorse per fronteggiare l’emergenza", è stato spiegato in un comunicato. I finanziamenti saranno utilizzati, in particolare, "per la sorveglianza dell’epidemia, le cure mediche, l’acquisto delle medicine, la ricerca e lo sviluppo". Dei casi mortali sono stati segnalati anche negli Stati Uniti e a Londra: la malattia, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, "potrebbe chiaramente provocare una pandemia".

COLDIRETTI: "CARNE SICURA PER OMS" - Il fatto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) abbia confermato che è sicuro il consumo di carne suina è una ragione in più per continuare ad acquistarla in un Paese come l'Italia che dal Messico non importa carne fresca, congelata o suini vivi da almeno dieci anni. È quanto afferma la Coldiretti in una nota, sottolineando che non c'è nessun caso di animale infetto da febbre suina nei cinquemila allevamenti italiani che sono sotto il controllo della più estesa rete di veterinari a livello comunitario. Un rischio vero per il nostro Paese in questo momento sono - sottolinea la Coldiretti - le paure ingiustificate che nel passato, per situazioni analoghe, hanno provocato senza ragione una psicosi nei consumi che è costata migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo, con perdite stimate di 2 miliardi per la mucca pazza (2001) e di mezzo miliardo per il pollame con l'aviaria (2005).

26 aprile 2009

 

 

 

 

 

L'influenza da suini

Tutte le domande e le risposte sul virus

I sintomi avvertiti dall'uomo sono simili a quelli di una influenza: febbre alta, tosse, letargia e inappetenza

(Ansa)

(Ansa)

ROMA - Il virus dell'influenza dei suini è nuovo e sconosciuto ma bisognerà aspettare le analisi sulle sue caratteristiche genetiche per avere le risposte sulla sua natura. Gli esperti stanno valutando i rischi di una nuova pandemia di influenza, la quarta dopo la Spagnola del 1918, l'Asiatica del 1957 e la Hong Kong del 1968. La velocità con la quale si sta diffondendo nelle ultime 24 ore fa pensare a un virus "potenzialmente pandemico", come ha rilevato sabato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

ESISTONO VARI TIPI DI INFLUENZA DA SUINI - Come tutti i virus influenzali, anche quelli che colpiscono i suini cambiano in continuazione. I maiali possono essere infettati anche dal virus dall'aviaria. Nel corso degli anni sono emerse diverse varianti del virus. Al momento esistono quattro principali virus influenzali di tipo A (H1N1, H1N2, H3N2 e H3N1) ma la maggior parte dei casi isolati appartengono al H1N1.

I SINTOMI - I sintomi dell'influenza da suino avvertiti dall'uomo risultano essere del tutto simili a quelli di una influenza "stagionale". Febbre alta, tosse, letargia e mancanza di appetito. Alcune persone colpite dal virus hanno anche riferito di mal di gola, nausea, vomito e diarrea.

NON SI TRASMETTE CON IL CIBO - Non è possibile ammalarsi di influenza da suini mangiando carne di maiale o prodotti derivanti da carne suina. Per evitare qualsiasi rischio è preferibile, comunque, cucinare la carne ad almeno 70 gradi

FASI DEL PIANO ANTI-PANDEMIA - Delle sei fase di allerta previste nella scala di riferimento internazionale, quella indicata finora è la tre, che corrisponde a casi di trasmissione del virus da uomo a uomo nulli o molto limitati. Le fasi uno e due corrispondono, rispettivamente, alla fase interpandemica (basso o leggero rischio di casi nell'uomo). Con la terza fase scatta l'allerta pandemia. La fase successiva, la quarta, si riferisce a un aumento evidente di trasmissione del virus da uomo a uomo, con la comparsa di un virus mutato capace di infettare l'uomo. La quinta fase corrisponde ad un aumento significativo di infezioni da uomo a uomo e la fase sei è la pandemia vera e propria, con una sostenuta trasmissione del virus da uomo a uomo.

VACCINO - Gli esperti sono già al lavoro. Il primo passo è conoscere tutte le caratteristiche del virus. Le sta analizzando da ieri il Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena diretto da Rino Rappuoli. Dal 1997 lo stesso gruppo di esperti sta lavorando a un vaccino pre-pandemia, basato sul virus H5N1 diffuso nel 1997 a Hong Kong e, grazie all'esperienza accumulata in questi anni, secondo Rappuoli sarà possibile produrre i primi milioni di dosi in meno di sei mesi.

FARMACI - Secondo l'Oms non tutti i farmaci antivirali oggi disponibili sono efficaci contro il nuovo virus. Secondo quanto finora è noto del virus, questo è sensibile all'oseltamivirus, mentre è resistente all'amatadina e alla rimantidina.

SORVEGLIANZA CONTINUA - È la chiave per riconoscere in tempo l'arrivo della pandemia. L'Oms ha una rete di oltre 120 centri nazionali di riferimento in oltre 90 Paesi e ognuno di essi controlla l'andamento dell'influenza e isola i virus responsabili. Non appena viene identificato un virus insolito, questo viene immediatamente segnalato al programma globale dell'Oms sull'influenza.

25 aprile 2009

 

 

 

 

Intervista al professor Giorgio Palu’ presidente della Società europea di virologia

Il virologo: "Nessun allarme per l'Italia Bene attrezzati per farmaci e controllo"

"Dove esiste una buona organizzazione l’infezione viene identificata e non è mortale"

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La scheda: tutte le domande e le risposte sul virus 25 aprile 2009

Giorgio Palù (dal web)

ROMA – E’ una chimera il virus H1N1 che si propone come candidato per diffondere la nuova pandemia. "E’ un assemblaggio di virus di varie specie suine e aviare. Arriva dagli uccelli e si è riassorbito nel maiale", descrive le caratteristiche del microrganismo che in Messico avrebbe seminato 80 vittime Giorgio Palù, presidente della Società europea di virologia, nata proprio due giorni fa. Una coincidenza suggestiva. La società riunisce i massimi esperti internazionali del settore e sarà presieduta dal tedesco Otto Haller, della Albert Ludwigs University di Freiburg.

Come si è formata questa chimera?

"E’ il risultato del rimescolamento tra virus diversi, non umani, che si sono assemblati nel maiale e possiede i recettori, cioè gli agganci, per infettare le cellule sia dell’uomo sia di specie animali. Il suino ha avuto in questo caso la funzione di serbatoio del rimescolamento genetico, come è accaduto pare per la Spagnola, la grande pandemia del 1918".

Che tipo di pericolo corre l’Italia e in generale l’Europa?

"Questo H1N1 è un virus influenzale di tipo A e appartiene allo stesso sottotipo di quelli stagionali, che ci fanno ammalare d’inverno. Il vaccino con cui ci proteggiamo dall’influenza stagionale contiene anche il ceppo A H1N1. Però il virus responsabile dei casi californiani e messicani possiede un genoma diverso rispetto a quelli che conosciamo. Dunque è nuovo per il genere umano. Ha la caratteristica di trasmettersi da uomo a uomo ed è per questo che costituisce un potenziale rischio".

Perché dovremmo temerlo più dell’H5N1, il virus della febbre aviaria?

"Il virus dell’aviaria non ha la capacità di passare da uomo a uomo. La trasmissione interumana non è mai stata provata da quando fece la sua comparsa nel 1997 a Hong Kong e poi si spostò nella Cina del sud, Indonesia, Viet Nam e altri Paesi (ora sta creando problemi in Egitto, 70 infezioni circa, ndr). Gli unici pochi casi, non più di 4, di trasmissione interumana sono stati causati dall’estrema promiscuità tra gli animali infetti, i polli, e le persone infettate. Gli episodi hanno riguardato zone del Sud Est asiatico dove le famiglie convivono con i volatili. In altre parole l’H5N1 non è attrezzato per riconoscere i recettori delle cellule umane e aggredirle. Ecco perché dal ’97 ad oggi non è riuscito a compiere il cosiddetto salto di specie. E la pandemia non si è mai sviluppata".

La febbre suina è secondo lei un pericolo per l’Italia?

"L’Italia è bene attrezzata dal punto di vista della sorveglianza, organizzazione, rete di prevenzione e farmaci. Non c’è ragione di allarme".

Eppure l’Oms ha dichiarato lo stato di allerta numero 3, equivalente alla pre-pandemia. La scala prevede 6 livelli.

"E’ vero e non mi stupirei se si passasse al quarto livello, caratterizzato da un numero superiore di infezioni. Però abbiamo visto che dove esiste una buona organizzazione l’infezione viene identificata e non è mortale. Guardiamo l’esempio della California dove hanno immediatamente isolato il virus. Non c’è motivo di farsi prendere dal panico. E bisogna vedere se il virus che ha ucciso 80 persone in Messico è lo stesso della California. Il Messico non ha il sistema di sorveglianza occidentale".

I farmaci antivirali sono efficaci per contrastare l’infezione da H1N1? L’italia ha diverse scorte, come ha dichiarato il sottosegretario Ferruccio Fazio.

"Sì gli antivirali sono efficaci se utilizzati nelle prime ore dell’infezione. L’Italia possiede 80 mila cicli di terapia in compresse e 1 milione di dosi spray di due farmaci a base delle molecole oseltamivir e zanamivir".

Professor Palù, quali sono gli obiettivi della Società europea di virologia?

"Come vediamo anche oggi, la sfida dei virus è estremamente impegnativa data la capacità di questi agenti patogeni di adattarsi alle situazioni modificando il proprio genoma. Il nostro obiettivo è studiare i possibili strumenti per la profilassi e la terapia e scoprire i meccanismi attraverso i quali un virus riesce a infettare la cellula umana".

Margherita De Bac

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

Intervista a Gianni Rezza, epidemiologo dell'Istituto Superiore di Sanità

Influenza suina: che cosa c'è da sapere

"Non sappiamo ancora quanto sia davvero letale il virus". "Mettere a punto un vaccino è possibile". "Nessun problema per la catena alimentare"

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Un virus influenzale (Grazia Neri)

MILANO -C’è da preoccuparsi per l’influenza di origine suina che ha colpito il Messico e gli Stati Uniti? Questa volta "ci siamo davvero"? E' la tanto temuta e attesa pandemia?

"Si sa ancora poco sull’andamento di questo focolaio epidemico ma si sa che il virus è un H1 N1, dello stesso tipo di quello della "Spagnola", anche se diverso " spiega Gianni Rezza epidemiologo del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, di Roma. "E' vero che i virus H1 N1 sono sempre circolati, tant'è vero che sono entrati nella composizione dei vaccini, questo però è di origine suina e sembra avere componenti geniche nuove, e , aspetto più importante, pare in grado di trasmettersi da uomo a uomo: questo è il motivo all'origine dei focolai in Messico e negli Stati Uniti e dei relativi allarmi".

QUANTO È LETALE -Ma quanto è "mortale" questo virus? "A questo proposito va fatta una distinzione fra Stati Uniti e Messico" chiarisce l'esperto. "Mentre i casi negli Usa sembrano essere stati tutti lievi, come una banale influenza, l'effettiva letalità dei focolai in Messico va ancora stabilita perchè le informazioni sono ancora preliminari. Infatti sembra che non siano particolarmente colpiti bambini e anziani, cioè la fasce normalmente a rischio in qualsiasi influenza bensì giovani adulti, e questo farebbe propendere per una letalità fuori dell'ordinario. Però, d'altro canto, si dice anche che su 800 casi di infezione ci siano stati 60 decessi, di cui però solo 20 confermati. Se il tasso di letalità fosse effettivamente di 60 su 800 sarebbe alto, ma se fosse di 20 su 800 la valutazione sarebbe diversa e meno allarmante. Se poi si scoprisse che ci sono stati altri casi di infezione per ora non registrati e il numero di morti rimanesse lo stesso la preoccupazione per la letalità del virus scenderebbe decisamente". "L'unica cosa che si può dire oggi è che è presto per pronunciarsi con certezza sul tasso di letalità dell'infezione e che bisogna essere molto cauti prima di trarre conclusioni dai dati finora a disposizione".

PUÒ ARRIVARE IN ITALIA? -Questa epidemia può arrivare in Italia? "Per ora è impossibile dirlo, ma possiamo fare alcuni considerazioni" risponde Rezza. "La prima è sulla stagionalità. Se è vero che in climi subtropicali la stagionalità ha un'importanza inferiore, alle nostre latitudini ha invece un peso. In Europa alla fine di aprile è insolito che si diffonda un'epidemia influenzale , perchè in Paesi come il nostro la diffusione dell'influenza ha una stagionalità abbastanza netta nel periodo autunnale-invernale, e questo forse gioca a nostro favore". "Certo" prosegue l'esperto, "si tratta di considerazioni di tipo probabilistico sulla scorta delle esperienze epidemiologiche, ovviamente non è possibile garantire che se i casi in Messico non dovessero essere arginati e il virus dovesse cominciare a diffondersi, sarebbero rispettati i criteri di stagionalità classica".

IL VACCINO -Nel caso in cui l'epidemia messicana dovesse diffondersi cosa si potrebbe fare? "In quel caso si porrebbe il problema di mettere a punto strategie vaccinali rapide" risponde l'epidemiologo. "Si porrebbe, in particolare, il problema di anticipare eventualmente una campagna vaccinale. Per ora, però, è solo doveroso sviluppare meccanismi di controllo e sorveglianza, anche se rimane sempre la speranza che tutto possa rimanere confinato al Messico e l'allarme rientrare in breve tempo".

Sì, ma se le cose dovessero andare male e l'epidemia diffondersi quanto tempo occorrerebbe per preparare un vaccino? "Non dovrebbe essere difficile mettere a punto un vaccino specifico abbastanza rapidamente. Il problema sarebbe, casomai, produrlo in dosi sufficienti a fare una campagna vaccinale di massa in tempi brevi se dovesse davvero occorrere".

I FARMACI -Vale la pena procurarsi qualche farmaco attivo contro i virus influenzali ? Non c'è il rischio di una corsa all'accaparramento come nel caso dell'influenza aviaria? "Sembra che per ora il virus sia sensibile ai farmaci inibitori delle neuroaminidasi. Chiaramente quando un virus é sensibile a un certo antivirale, il farmaco può essere uno strumento utile, ma la corsa all'approvvigionamento individuale è sbagliata, anche perchè si rischia di scambiare per influenza qualsiasi infezione virale (e in questo periodo è molto improbabile che lo sia). E usando male il farmaco non solo lo si prende inutilmente, ma si rischia di fargli perdere efficacia per quando dovesse essere davvero utile. Ripeto: non siamo in fase di allarme". "Certo, se una persona è appena tornata dalle zone del Messico dove c'è stata l'epidemia e gli viene la febbre li prenda pure, ma per ora in Italia non ci sono proprio altri casi in cui avrebbe senso".

MAIALI -C'è già che pensa che i maiali possano esser veicolo di infezione anche in Italia. "Per carità, non cadiamo in un panico assolutamente sconsiderato. Il problema di questo virus è che si diffonde da uomo a uomo, lasciamo stare i maiali. E a parte il fatto che non importiamo carne suina dal Messico per quanto ne so, i maiali italiani non sono un pericolo e si può tranquillamente mangiare carne di maiale e salumi. Non generiamo un panico assurdo come è successo con l'aviaria".

VIAGGI - É il caso di non recarsi in viaggio in Messico o negli Stati Uniti? "Non è il caso di andare in Messico nelle zone in cui si sono verificati i focolai d'infezione. Per gli Stati Uniti per ora mi sembra che non ci siano le condizioni per limitare i viaggi. In ogni caso è consigliabile consultare prima di partire il sito "Viaggiare sicuri" del Ministero degli Esteri per avere informazioni aggiornate"

DA "H5N1 A "H1N1"? - Una curiosità: ma non doveva essere un "H5N1" il virus che avrebbe creato le premesse per la temuta, nuova, grande pandemia influenzale? "L'influenza è ciclica, ma esistono eventi imprevisti. Prima o poi, l'abbiamo sempre detto, un virus animale sarebbe venuto fuori. E come abbiamo visto, non era affatto detto che sarebbe stato il tanto temuto H5N1 . E anche adesso, non possiamo ancora dire se questo H1N1 sia il virus "cattivo" tanto atteso".

Luigi Ripamonti

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

Il racconto Su Internet colonne di lettori inquieti, confusi, suggestionati

Laboratori e vaccini dei soldati

Negli Usa dilaga la psicosi

Le teorie del complotto sull'origine della nuova malattia

WASHINGTON — Lo hanno scritto prima che fosse dato l'allarme sanitario. Il 18 marzo. È uno scenario da film. L'esercito americano ha estratto il genoma dell'influenza "spagnola" da una vittima, un uomo morto nel 1918 e il cui corpo è stato estratto dalla fossa ghiacciata dell'Alaska. Adesso – accusano – gli scienziati militari stanno facendo esperimenti per produrre un nuovo virus. Una ricostruzione meticolosa, con nomi, dati, studi, collegamenti. Una teoria che, con l'esplodere dell'emergenza messicana, si è guadagnata su Internet colonne di lettori inquieti, confusi, suggestionati. Ma non è l'unica. Come spesso accade si cercano spiegazioni che superino le verità ufficiali. Nella testa di tanti ronza l'idea che l'allerta è stata data con colpevole ritardo. E qualcuno si ricorda del misterioso episodio emerso pochi giorni fa a Fort Detrick, Maryland. Nel sofisticato laboratorio che opera in stretto contatto con il Pentagono sono spariti — da tempo — tre "esemplari" del "virus dell'influenza equina".

Partono le indagini che dovrebbero avere un esito rassicurante. Le autorità, infatti, hanno sostenuto che "molto probabilmente" le provette sarebbero andate distrutte. Vuoi vedere, suggeriscono i dietrologi non convinti dalla ricostruzione, che c'è qualche legame? Un dubbio rafforzato dalla storia recente di Fort Detrick. Qui lavorava il principale accusato per l'attacco all'antrace del 2001. Uno stimato ricercatore che togliendosi la vita è come se avesse confessato la sua responsabilità. In realtà non sono mancate perplessità sulla fondatezza delle accuse. Altri sospetti sono volati fino all'Isola di Plum, sulla punta a nordest di Long Island, il centro dove si conducono ricerche su epidemie collegate agli animali. Nella caccia all'untore si mescolano articoli di giornale, complotti misteriosi, libri e voci incontrollabili. Del tipo: "Una mia amica conosce un autista di camion che parte di notte da un deposito di New York e trasporta qualcosa di strano in Arizona, al confine con il Messico".

C'è chi, scavando negli archivi, ricorda lo strano precedente del 1976. A Fort Dix, New Jersey, si sviluppa un focolaio dell'influenza dei suini. Viene preparato un vaccino ma non appena viene somministrato provoca reazioni devastanti sulle persone. Dal Messico rispondono con battute, ironie ma anche qualche teoria. Compresa la presunta distruzione da parte dell'esercito di rifiuti e abiti usati di provenienza statunitense. Forse, ipotizza, bisognerebbe indagare in questa direzione. Era "materiale contaminato"? È partito da lì il virus che spaventa il Paese centroamericano e i suoi vicini? Ma non c'è bisogno di spingere le persone a guardarsi intorno. In preda alla psicosi si moltiplicano le segnalazioni su scuole decimate dalle assenze: "Guardate, alla Coolbaugh sulle Pocono Mountain, ci sono molti ammalati". "Sì, anche in un istituto di New York. Alcuni ragazzi erano appena stati in Messico".

Davanti ai bollettini dell'Oms c'è chi chiede cosa si possa fare, se ci sono farmaci adeguati o se l'unica risposta è la mascherina sul volto. I più smaliziati replicano: "Vedrete, annunceranno un nuovo vaccino". E alludono a una manovra commerciale, confortati dal balzo in Borsa di un paio di note società farmaceutiche: "Fanno i soldi con le nostre paure". Discorsi che non tranquillizzano i più impauriti. Che arrivano a rivedere le ultime ore come quelle del Gran Contagio. "Ora che ci penso: ero all'aeroporto e c'erano tante persone con il raffreddore. Sono andato in ufficio, stessa cosa. Tutti tossivano. Davvero strano con questo clima tiepido". No — per chi crede alla manipolazione — non è strano. E aggiunge una profezia inquietante: "Se la situazione precipita chiuderanno le frontiere. Dichiareranno la quarantena, imporranno lo stato d'emergenza. La minaccia dell'influenza sarà una buona scusa".

Guido Olimpio

26 aprile 2009

REPUBBLICA

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http://www.repubblica.it/

2009-04-28

Febbre suina, 152 morti

Nuovi casi sospetti

Si aggrava il bilancio delle vittime in Messico, mentre decine di persone sono sotto osservazione in vari paesi (tre i casi accertati finora in Europa, due in Scozia e uno in Spagna). Ieri l'Oms ha innalzato il livello di allerta da 3 a 4. timori legati all'epidemia pesano sulle Borse

 

10:28 Sacconi: "Situazione sotto controllo"

Il ministro del Welfare Sacconi: "La situazione è sotto controllo

nella sua possibile evoluzione o involuzione. L'Italia è un paese particolarmente attrezzato anche per una buona diffusione dell'igiene pubblica, che è un requisito fondamentale, mentre in Messico non è sempre garantita e questo diventa veicolo di diffusione"

09:42 Oms: "Casi sospetti in Cina"

Si sta indagando su alcuni casi sospetti di contagio da febbre suina in Cina. Lo ha riferito il rappresentante nel Paese dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms)

09:25 Fazio: "Probabile che arrivi anche in Italia"

Il sottosegretario alla Salute Fazio: "Naturalmente è possibile, anzi probabile, che prima o poi il virus della febbre suina arrivi anche in Italia. Noi siamo pronti all'eventualità"

07:13 Messico, 152 vittime

Il numero delle "probabili" vittime dell'influenza è salito a 152. Il bilancio è stato fornito dal ministro della Sanità messicana José Angel Cordova il quale ha per la prima volta accennato alla possibilità che l'epidemia possa essere in fase di recessione. Il numero dei decessi è infatti in calo: sei sabato, cinque domenica, tre ieri

07:06 Casi sospetti in vari paesi

In Canada ci sono 6 casi certi, 10-12 sospetti, in Spagna un caso sicuro, almeno 26 probabili, negli Stati Uniti 44 casi. Dodici casi sospetti in Colombia, dove il governo ha dichiarato la "situazione di disastro nazionale". Primo caso sospetto in Corea del Sud. In Nuova Zelanda sottoposte a verifica 56 persone. Altri paesi con casi che destano seri sospetti: Australia 40, Cile 8, Danimarca 5, Francia 1, Irlanda 3, Israele 1, Svezia 5, Svizzera 5.

07:05 Governi Usa e Gb: "Evitate il Messico"

Il dipartimento di Stato americano e il governo britannico hanno emesso un avviso di allerta in cui si chiede agli americani si evitare viaggi "non essenziali" in Messico

 

 

 

 

 

Era stata ricoverata per una sospetta polmonite. Dopo la morte è scattata l'emergenza

E un forte terremoto nel Paese fa crescere il panico nella popolazione

L'agonia di Adela, la "paziente zero"

E nelle strade messicane dilaga la paura

dal nostro inviato ALBERTO FLORES D'ARCAIS

L'agonia di Adela, la "paziente zero" E nelle strade messicane dilaga la paura

CITTA DEL MESSICO - Il "mutante" prende forma nel corpo di una donna ai primi del mese. Quando Adela Maria Gutierrez Cruz sente che la febbre le sta salendo non si preoccupa più di tanto. Alle medicine è abituata. Ha un diabete cronico e ad Oaxaca, la città del sud dove vive e lavora, l'influenza "stagionale" non ha ancora esaurito il suo giro. Le ossa le fanno male, la gola arde e la tosse cresce, ma sono sintomi normali e poi il medico che ha contattato telefonicamente l'ha rassicurata. Adele Maria ha trentanove anni e un lavoro all'ufficio tasse, passano i giorni, la febbre cresce, il respiro diventa affannoso. Quando i familiari si accorgono che sta peggiorando rapidamente è ormai troppo tardi: la "gripe porcina", il virus-killer che sta terrorizzando il Messico lasciando una scia di morti che crescono ogni giorno, ha ormai iniziato il suo drammatico viaggio. E a restarne colpiti sono quasi sempre giovani, dai venti fino ai cinquant'anni d'età.

Il "mutante" dilaga e a Città del Messico il panico cresce. Il governo invita alla calma ma i morti salgono di ora in ora; e con loro i dubbi di chi accusa le autorità di nascondere la verità, di non essere preparate a questa emergenza continua. Come non bastasse ieri è arrivata improvvisa anche una scossa di terremoto e le strade della capitale, svuotate dalla paura dell'influenza - killer, dalle scuole chiuse e dai mezzi pubblici ridotti, sono tornate improvvisamente alla vita. Migliaia di persone hanno lasciato le case, uscendo di corsa dai palazzi, urlando la loro rabbia, negli occhi il terrore misto a stupore. Non ci sono stati danni, solo tanta paura.

Le vittime ufficiali sono già 150, ma il numero è destinato a salire. Gli ospedali fanno fatica a respingere le richieste di chi vuole ricoverarsi, novecento "infettati" ormai fuori pericolo sono stati dimessi, ma altre centinaia prendono il loro posto. Nessuno sa dare una risposta sul perché questa terribile influenza colpisca soprattutto i giovani, risparmiando anziani e bambini, tradizionali vittime di ogni epidemia.

La famiglia Guzman Suarez non sa darsi pace. Jorge Francisco aveva solo 24 anni, una figlia di tre e "una vitalità fuori dal comune". Anche per lui i primi sintomi sono stati quelli di una normale influenza. "Aveva febbre, mal di stomaco, un po' di dolori ma il medico gli ha dato un paio di pillole e gli ha detto che sarebbe passato tutto in tre giorni". La sorella piange mentre racconta ai cronisti come in due giorni Jorge Francisco sia diventato incosciente, la "folle corsa all'ospedale, la terapia intensiva, il silenzio dei medici". Giorni d'angoscia, quelli della famiglia Guzman, come giorni di angoscia e dramma sono stati quelli vissuti la settimana scorsa da altre centinaia di famiglie.

Mentre attorno la vita di Città del Messico scorreva caotica come sempre e chi da giorni sapeva ancora non aveva dato il dovuto allarme. "Nella notte tra venerdì e sabato ci hanno detto che per salvarlo le medicine non bastavano, occorreva un miracolo. Ecco il risultato lo avete sotto gli occhi, Jorge Francisco è morto è il miracolo non si è avverato". Qualcuno maledice il governo, qualcuno maledice i medici che non hanno capito in tempo.

Il "paziente zero" viene identificato negli Stati Uniti solo il 16 aprile. E' già passata una settimana da quando (la sera del 9) Adela Maria aveva fatto il suo ingresso - portata d'urgenza dai familiari - all'Hospital General Doctor Aurelio Valdivieso di Oaxaca. La diagnosi è grave, "sindrome di difficoltà respiratoria acuta", dicono i medici. Analisi approfondite e raggi x confermano una forma di polmonite "atipica" e vista l'urgenza del caso viene ricoverata in terapia intensiva. Lì, intubata e medicata con tutti i farmaci del caso, muore nel giro di un paio di giorni. A Oaxaca non riescono a capire le cause, il certificato di morte si limita a sottolineare che si tratta di polmonite acuta derivata da un ceppo influenzale sconosciuto. Qualcuno ipotizza che possa trattarsi della Sars, l'influenza aviaria che prese origine a Hong Kong nel 1997, ma le analisi di sangue e feci e i campioni di secrezione bronchiale inviati ai laboratori specializzati danno risultato negativo.

Passano ore e giorni decisivi per individuare il nuovo virus. Il 13 aprile, quando Adela Maria è già morta, dal cadavere sono prelevati frammenti di fegato e di polmone. L'ospedale di Oaxaca dimentica di inviare la notificación oportuna al ministero della Sanità (lo hanno ammesso ieri) e le parti prelevate vengono inviate sia all'Istituto di Diagnosi ed Epidemiologia di Città del Messico, sia in Canada; è da qui che arriva il verdetto, si tratta di un virus influenzale ancora sconosciuto. Dal Canada le analisi si spostano al "Centro di Controllo e Prevenzione" di Atalanta, negli Stati Uniti che il 16 aprile invia una nota urgente al ministero della Sanità in Messico. Passerà ancora una settimana prima che l'allarme diventi pubblico.

(28 aprile 2009)

 

 

 

 

 

nfluenza suina, rischio pandemia

i sei gradi di allerta dell'Oms

Influenza suina, rischio pandemia i sei gradi di allerta dell'Oms

L'ORGANIZZAZIONE mondiale della Sanità (Oms), che sta seguendo l'evoluzione dei casi di influenza suina verificatisi in Messico dal 24 aprile scorso, prevede sei gradi di allerta, corrispondenti alle fasi di sviluppo di una pandemia, e le relative contromisure. Ecco una sintesi fornita dal Centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto superiore di Sanità.

La fase tre nella quale ci troviamo è accomunata alle fasi uno e due, che corrispondono a un periodo nel quale predominano le infezioni negli animali, con poche infezioni nell'uomo. Il passaggio alle fasi successive è legato alla capacità del virus di trasmettersi da uomo a uomo, con un crescente numero di casi, fino alle fasi cinque e sei, che corrispondono alla grande diffusione dell'infezione umana.

Fase 1: periodo intrapandemico. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali. Un sottotipo di virus di influenza che provoca l'infezione nell'uomo potrebbe essere presente anche negli animali. Nessun virus potenzialmente pandemico in circolazione negli animali viene identificato nell'uomo: il rischio è basso. Contromisure: rafforzare il livello di preparazione e risposta all'influenza pandemica a tutti i livelli (mondiale, continentale, nazionale e regionale).

Fase 2. Virus influenzali animali causano infezioni nell'uomo e sono perciò considerati una potenziale minaccia pandemica. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali ma c'è il rischio sostanziale che un virus influenzale diffuso negli animali si trasmetta all'uomo. Contromisure: ridurre al minimo il rischio di trasmissione all'uomo. In caso di passaggio dell'infezione all'uomo, rilevare e documentare il più rapidamente possibile la trasmissione

Fase 3. Periodo di allerta pandemica. Un virus animale o umano riassortito causa casi sporadici o piccoli focolai epidemici nell'uomo, ma si trasmette da uomo a uomo solo quando avviene un contatto molto ravvicinato con una persona infetta. Casi di questo tipo, precisa l'Oms, non indicano che il virus abbia assunto una capacità di trasmettersi tale da poter causare una pandemia. Contromisure: assicurare una rapida tipizzazione del nuovo virus e garantire immediate capacità di rilevamento, notifica e risposta già a partire dai primi casi registrati.

Fase 4. Caratterizzata da una limitata trasmissione da uomo a uomo da parte di un virus riassortito in grado di scatenare focolai epidemici. Il virus compie un passo in avanti nella capacità di scatenare una pandemia, ma non indica ancora l'arrivo della pandemia. La diffusione è localizzata perché il virus non si è ancora adattato bene alla specie umana. Contromisure: contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e attuare così le contromisure, compreso lo sviluppo di un vaccino.

Fase 5. Il virus si trasmette da uomo a uomo ma la trasmissione da persona a persona è ancora localizzata in almeno due Paesi in una regione dell'Oms. Mentre la maggior parte dei Paesi possono non registrare alcun caso, la dichiarazione di fase cinque è un forte segnale che la pandemia è imminente e che è urgente mettere a punto organizzazione, comunicazione e ottimizzazione delle contromisure. Il virus inizia ad adattarsi meglio alla specie umana (rischio pandemico sostanziale). Contromisure: aumentare al massimo gli sforzi per contenere e rallentare la diffusione della malattia con l'obiettivo di scongiurare una pandemia e guadagnare tempo per attuare tutte le possibili contromisure.

Fase 6. Periodo pandemico. Il virus si trasmette in tutta la popolazione. La pandemia è nel pieno del suo corso, nel picco. Contromisure: minimizzare l'impatto della pandemia.

Post picco. I casi cominciano gradualmente a scendere al di sotto del picco nella maggior parte dei Paesi. E' ancora possibile che si verifichino nuove ondate a distanza di mesi, come è accaduto in passato nelle altre pandemie.

Post pandemia. L'attività influenzale torna ai livelli normali, tipici dell'influenza stagionale. E' importante comunque mantenere la sorveglianza.

(27 aprile 2009)

 

 

 

 

 

Paura nelle scuole e negli ospedali. Bandite carni Usa in Russia e Cina

La psicosi della pandemia fa volare a Wall Street le azioni di Big Pharma

New York ora teme l'isolamento

e un mal di testa scatena la psicosi

di VITTORIO ZUCCONI

New York ora teme l'isolamento e un mal di testa scatena la psicosi

Volo deserto da San Francisco per il Messico

WASHINGTON - Vi scrivo dalla terra degli untori, da quell'America che dopo avere diffuso, il "virus finanziario" come disse il presidente del consiglio italiano, oggi è guardata come l'incubatrice del "virus del maiale". Sugli Stati Uniti il resto del mondo ha issato la "bandiera gialla" di una semi quarantena globale. Non venite qui tra noi infetti, non mangiate i nostri maiali, sorvegliate i turisti che arrivano a voi da qui. L'influenza suina è divenuta il "virus nordamericano", nonostante il presidente Obama si affanni a dire che "non ci sono veri motivi di allarme" e il numero dei casi, fra accertati e probabili, sia per ora meno di 50, su una popolazione di 310 milioni.

L'influenza mutante ha qualcosa di mostruosamente inquietante, nonostante la "solita" influenza stagionale uccida 36 mila americani ogni anno, secondo le cifre ufficiali del Centro per il Controllo delle Malattie, nella generale indifferenza. Ma la pandemia del panico, cominciata nel Messico, ha infettato tutta l'America del Nord, quando il ministro per la Sicurezza Nazionale, Janet Napolitano, ha proclamato lo stato d'emergenza per mettere in moto le procedure di controllo e liberare i fondi governativi destinati alla risposta nazionale contro minacce biologiche naturali o terroristiche. E gli Stati Uniti sono divenuti il centro dell'ansia e dell'attenzione.

I casi accertati del morbo che i liceali dell'Istituto San Francesco di Queens hanno contratto in Messico e dal quale sono guariti in pochi giorni, aumenteranno, perché i 350 laboratori federali ora li cercano dietro ogni febbre e tosse. E dunque li trovano. Sono sotto il microscopio le scuole, soprattutto i licei di frontiera col Messico, in Texas, dove tre nuovi casi sono stati segnalati a San Antonio, perché questa infezione sembra colpire non i soliti "vecchi, bambini e malati", ma i giovani, come fece, 90 anni or sono, la madre orribile di tutte le pandemie influenza, la Spagnola.

Starnutisce Wall Street, che aveva appena cominciato la convalescenza dalla terribile influenza finanziaria dell'estate scorsa, e barcolla tra la voglia di accasciarsi e la ricerca di quei titoli di farmaceutiche e industrie della sanità privata che rastrelleranno profitti dai milioni - già 40 milioni di flaconi messi in commercio dalle scorte strategiche nazionali - di confezioni di medicinali antivirali e di antibiotici per trattare le complicanze batteriche, perché non c'è dramma dal quale non si possa guadagnare qualche dollaro (la paura di una pandemia fa decollare le azioni di Big Pharma). S'indignano le voci pubbliche, scoprendo che la Unione Europea invita a non volare negli Usa, come se questo fosse divenuto il lebbrosario del mondo.

Gli allevatori di maiali del Kansas e dell'Iowa scoprono che i loro porcelli sono stati messi al bando dal governo cinese, da quello russo, da Abu Dhabi e da Dubai, nonostante non esista alcun pericolo nel consumi di carni di suini cotte o insaccate.

Il segretario di Stato Clinton ci ammonisce a non fare viaggi oltre frontiera, proprio mentre altre nazioni ammoniscono i loro cittadini a non venire in America, ma nei principali aeroporti internazionali sono stati installati sensori a infrarossi per provare a distanza la temperature dei passeggeri. E a tutti i viaggiatori in ingresso saranno distribuite schede, gialle naturalmente, con numeri di telefono ai quali rivolgersi in caso di sospetta infezione.

"Quello che abbiamo fatto finora - diceva ieri mattina Obama che ora deve affrontare anche l'aggressione del maiale infettivo per la scadenza dei suoi 100 giorni - è creare le condizioni per rispondere a ogni emergenza". "La buona notizia è che finora non ci sono altri focolai di infezioni a New York oltre quelli del Liceo San Francesco - annuncia in diretta tv il sindaco Bloomberg - 45 giorni dopo l'identificazione dei primi casi. La cattiva notizia è che non sappiamo se ne troveremo altri".

La bandiera gialla sventola sulla Statua della Libertà. Tra la sempre presente psicosi dell'attacco bioterroristico e la preoccupazione politica di farsi trovare impreparati come Bush a New Orleans, le autorità americane inconsapevolmente alimentano il panico mentre cercano di controllarlo. Il direttore del Cdc di Atlanta ha cercato di invertire gli ingranaggi della psicosi. Ha spiegato che la trasmissione dei casi è ancora minima, che non ci sono segnali di accelerazione dell'epidemia e che tutti i pazienti accertati sono colpiti da forme benigne. Ma le contee, le città dalle quali in America dipendono le scuole, cominciano a chiudere edifici, ad annullare funzioni pubbliche, perché la minaccia di future querele e di colossali cause per danni, sempre presenti negli Stati Uniti, ispira l'eccesso di cautela.

Ci saranno altri casi, qui nel nostro lazzaretto nordamericano, perché l'indagine ora scoverà il virus. L'aumento produrrà le inevitabili mascherine chirurgiche bianche o blu, anche se al Centro per il Controllo delle Malattie spiegano che la loro efficacia preventiva è dubbia, e le precauzioni migliori restano l'acqua e il sapone ed evitare "il bacetto di saluto". In qualche zone di confine come la California le mascherine sono già comparse e la sindrome dell'untore si allarga. C'è qualcosa di irresistibilmente terrorizzante in questa influenza venuta dai porcili, quasi la vendetta sempre attesa degli animali contro chi li alleva per macellarli. In fondo, segretamente, ideologicamente, non dispiace al resto del mondo l'idea che proprio l'America che per otto anni ha preteso di esportare la democrazia, ora sia accusata di poter esportare l'influenza del maiale. E il liberatore sia divenuto l'untore.

(28 aprile 2009)

 

 

2008-04-26

Febbre suina, allarme Oms

"Potrebbe diventare più pericolosa"

Dopo gli Usa dove si sono registrati 8 casi a New York, 2 in Kansas, 2 in Texas e 6 California il virus arriva in Oceania. In isolamento dieci studenti ad Auckland. Quattro casi sospetti in Francia. La Farnesina: "Rinviate i viaggi in Messico". Il sottosegretario Fazio: "Abbiamo 40 dosi di antivirali"

 

18:11 Allarme Oms: "Epidemia potrebbe diventare più pericolosa"

E' "piuttosto probabile che l'attuale epidemia di influenza suina possa mutare in una forma ancora "più pericolosa". A lanciare l'allarme l'Organizzazione mondiale della sanità che sta coordinando da Ginevra la lotta contro il diffondersi della malattia. Keiji Fukuda, uno dei virologi dell'Oms ha spiegato che l'organizzazione è pronta a preparare un vaccino se sarà necessario.

17:52 Confermati gli otto casi di New York

Confermati gli otto casi di contagio da febbre suina di New York. I primi test effettuati sugli otto studenti della St Francis Preparatory School, nel Queens, dal personale del Centers for Desease Control and Prevention (CDC) hanno confermato che i pazienti hanno contratto un'influenza di tipo non umano di tipo A, e non hanno escluso che possa essere quella dai suini. La scuola pertanto ha deciso di chiudere le sue attività per due giorni.

17:38 Quattro i casi di sospetta influenza suina in Francia

Quattro casi di sospetta influenza suina sono attualmente sotto osservazione in Francia. Il ministro della Salute, Roselyne Bachelot, lancia un appello ad essere vigili senza allarmarsi. "Bisogna esortare ad essere vigili senza però allarmarsi", ha dichiarato il ministro, assicurando: "Seguiamo con grande attenzione la situazione. Ci teniamo in stretto contatto, regolarmente, con l'OMS e con i nostri partner europei".

17:20 Si deve a una banca dati italiana la sequenza genetica del virus

Si deve alla banca dati voluta dalla virologa italiana Ilaria Capua direttrice del Laboratorio di riferimento di Fao e Oie sull'aviaria, presso l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, se la sequenza genetica del virus dell'influenza suina è stata decifrata in poche ore.

17:06 Casa Bianca: "Obama gode di ottima salute" dopo viaggio Messico

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, "gode di ottima salute", e il suo recente viaggio in Messico non è stato motivo per lui "di alcun pericolo dal punto di vista sanitario": il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha tranquillizzato in questi termini sulle condizioni di salute di Obama dopo che su alcuni organi di stampa si era diffusa la voce che anche Obama potesse essere stato esposto al potenziale contagio nel suo recente viaggio a Città del Messico.

15:40 Briefing alla Casa Bianca alle 18.30 per valutare situazione febbre

La Casa Bianca ha reso noto di aver convocato un briefing per le 18:30 italiane per valutare la situazione riguardante l'influenza da suini, che ha provocato allarme e morti in Messico e causato 11 casi accertati negli Stati Uniti, mentre sono sotto osservazione altri casi sospetti anche in Nuova Zelanda. Al briefing prendono parte, tra gli altri, il segretario per la Sicurezza Interna, Janet Napolitano, e il direttore facente funzione del Centers for Desease Control (CDC), Richard Besser.

15:00 Non ha il virus della febbre suina lo steward ricoverato a Londra

Non ha il virus della febbre suina lo steward di un aereo di ritorno da Città del Messico ricoverato a Londra con sintomi influenzali. Il paziente è stato sottoposto "come misura precauzionale" ai test sull'influenza suina, che ha ucciso 81 persone in Messico e contagiate altre negli Stati Uniti. Il volo della British Airways con cui era arrivato l'uomo era il BA242 proveniente da Città del Messico.

14:14 Messico, ministero: tutte e 81 le morti legate a influenza suini

Sono probabilmente legate all'influenza dei suini tutte e 81 le morti sospette avvenute in Messico. Lo rende noto oggi il ministro della Salute messicano, Jose Angel Cordova.

14:00 Tre possibili casi di influenza suina in Spagna

Il ministero della Salute di Madrid sta analizzando tre possibili casi di influenza suina in altrettante persone rientrate dal Messico negli ultimi giorni. Ad annnunciarlo è stato il ministro Trinidad Jimènez. Stando a quanto reso noto i tre casi sono stati segnalati a Bilbao, Almansa e Valencia. Le tre persone sono state ricoverate in centri medici con sintomi simili a quelli dell'influenza suina. Secondo il ministro, non si potrà appurare di che tipo di virus si tratta prima delle prossime 48 ore.

13:51 Ministero: "I suini italiani sono monitorati"

I competenti uffici veterinari del Ministero stanno seguendo l'evolversi della situazione in Nord America in merito all'influenza suina. E' quanto rende noto un comunicato del ministero del Welfare.

13:25 A Città del Messico sospese tutte le messe

L'arcivescovado di Città del Messico ha annunciato la sospensione a partire da questa domenica, e fino a nuovo ordine, di tutte le messe in programma nella capitale, a causa dell'influenza da suini che ha colpito il Paese. "Sono sospese tutte le messe fino a nuova comunicazione" in tutte le parrocchie della città.

13:20 Messico, stanziati 450 milioni di dollari per l'emergenza

Fondi pari a 450 milioni di dollari sono stati stanziati nelle ultime ore dal governo del Messico per far fronte all'emergenza sanitaria dell'influenza da suini nel paese. Lo ha reso noto il ministero delle finanze, precisando che con tali fondi il governo "potrà finanziare le azioni di preparazione e risposta" al virus, con misure quali "mobilitazione, coordinamento, vigilanza epidemiologica, controlli medici, attività di studio e sviluppo".

13:16 Fazio: "Stiamo valutando adeguate strategie vaccinali"

Il sottosegretario alla Salute Fazio: "Stiamo valutando adeguate strategie vaccinali e contiamo di avere la situazione sotto controllo. Poi in collaborazione con l'Oms stiamo agendo in sintonia con tutti i paesi europei".

13:15 Fazio: "Abbiamo 40 milioni di dosi di antivirali specifici"

In Italia ci sono dosi sufficienti di farmaci antivirali specifici per contrastare i peggiori effetti della febbre suina che si sta diffondendo negli Stati Uniti. Ad assicurarlo è il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio- "Abbiamo 40 milioni di dosi - ha detto a Radio Capital - delle quali 10 milioni già pronte, e 30 mila da incapsulare, ma comunque utilizzabili in caso di urgenza".

13:14 La Farnesina sconsiglia i viaggi in Messico

La Farnesina sconsiglia di viaggi in Messico, dove il virus della febbre suina ha fatto 81 morti. "A meno di motivi improrogabili -si legge sul sito "www.viaggiaresicuri.it" - "si consiglia ai viaggiatori che intendano recarsi nelle zone sopra indicate di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità".

13:13 Dieci casi sospetti in Nuova Zelanda

Dieci studenti del college neozelandese di Rangitoto, Auckland, rientrati dal Messico ieri mattina potrebbero aver contratto la febbre suina. L'annuncio è arrivato dal ministro della Sanità Tony Ryall: "Funzionari del ministero della Sanità mi hanno riferito che non vi sono certezze sul fatto che questi studenti abbiano l'influenza suina, anche se considerano la cosa probabile".

13:12 Commissione Europea: nessun caso di contagio nella Ue

Non vi al momento sono casi riscontrati di contagio da febbre suina negli Stati dell'Unione Europea. Lo ha riferito la Commissione europea.

13:12 A Roma caso sospetto si rivela negativo

E' risultato negativo ai test virologici per l'influenza da suini il paziente proveniente dal Messico che ieri si è presentato all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma.

Secondo quanto si è appreso da fonti sanitarie, la persona accusava sintomi simili all'influenza ma era in condizioni non gravi.

13:11 Francia: dubbi non confermati su due casi sospetti

Le autorità francesi annunciano di avere "dubbi non confermati" su due casi sospetti legati all'infezione suina. "I dubbi riguardano due persone rientrate dal Messico", ha precisato oggi il direttore generale della Sanità Didier Houssin.

13:05 Prime cancellazioni dall'Italia per il Messico

I timori per il contagio dell'influenza suina cominciano a condizionare i turisti italiani che vogliono viaggiare in Messico. All'aeroporto di Fiumicino, sull'unico volo charter di Eurofly in partenza oggi, ben 43 passeggeri su 102 non si sono presentati all'appello. Inoltre è stato cancellato per motivi non precisati il volo di linea di Aeromexico che sarebbe dovuto arrivare in serata da Città del Messico per ripartire poi verso le 23.

 

 

 

 

Nella città positivi 8 test su 9. Due casi nel Kansas. Il virus ha già ucciso 61 persone

Il ceppo è una ricombinazione di quello suino con quello umano, mai visto prima

Febbre suina, paura a New York

Oms: "La situazione è seria"

I consigli del ministero della Salute per chi viaggia nei Paesi a rischio

La Ue non ritiene di dover applicare misure restrittive agli spostamenti

Febbre suina, paura a New York Oms: "La situazione è seria"

Agenti federali in Messico

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Multimedia

* Influenze ''normali''. epidemie e pandemie

CITTA' DEL MESSICO - Dopo la California e il Texas, la paura arriva a New York. Otto studenti di un liceo di Queens - una alla periferia della città - sono risultati positivi a una influenza di ceppo A. Le loro analisi sono state inviate ai centri federali di prevenzione di Atlanta per accertamenti. Altri due casi confermati in Kansas. Nel caso di New York, potrebbe essere la stessa influenza che ha fatto decine di vittime in Messico: lo ha detto, in una conferenza stampa, il commissario Usa alla Sanità Thomas Frieden, precisando che in tutti i casi i sintomi sono leggeri. Il virus responsabile dei casi mortali in Messico appartiene alla famiglia A/H1N1. La Casa Bianca segue da vicino l'emergenza.

L'allarme a New York. Era scattato dopo che negli ultimi due giorni alcuni allievi della St. Francis Prep si erano sentiti male. Erano stati ordinati i test mentre l'istituto aveva disposto la sospensione di tutti i doposcuola.

Prevenzione in California. Nello Stato si sono verificati sei dei dieci casi americani finora accertati (gli altri due sono stati registrati nella contea di Guadeloupe in Texas). Il governatore Arnold Schwarzenegger ha invitato a misure preventive: coprirsi bocca e naso quando si starnuta, lavarsi bene le mani, evitare contatti ravvicinati con altre persone. Attivato il Centro operativo congiunto per l'emergenza, e avviati contatti con le autorità messicane: "La nostra - ha detto Schwarzenegger - è una risposta forte e vigorosa".

Monitoraggio alle frontiere. Tutti i pazienti americani vivevano in zone di confine con il Messico. Il Pentagono ha reso noto che il Northern Command sta monitorando i focolai della malattia e valutando se prendere misure preventive per i militari di stanza lungo la frontiera. Ai varchi di San Isidro e Otay Mesa, ai doganieri americani sono state distribuite mascherine.

Oms: "Emergenza internazionale". In America Latina sono aumentati i controlli negli aeroporti e sono stati attivati piani sanitari di emergenza. Le autorità americane avevano già espresso la loro preoccupazione dicendo che "la febbre suina non può essere contenuta". Dopo le notizie giunte da New York, l'Organizzazione mondiale della Sanità (che già aveva paventato il "rischio di una pandemia") ha dichiarato che si tratta di "un'emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale". E ha fatto sapere che la struttura genetica del virus contratto dalle vittime messicane è lo stesso dei contagiati in California e Texas. Questo fa temere il cosiddetto salto di specie, ossia che la malattia possa essere trasmessa "da uomo e uomo", come riferito da Anne Schuchat, direttore del Centro di immunologia e patologie respiratorie del Cdc di Atlanta.

Il ceppo incriminato. Le analisi mostrano che il ceppo incriminato è una mescolanza mai vista prima tra virus aviario, suino e di essere umano. Preoccupa il fatto che gran parte dei decessi riguardi persone tra il 25 e i 45 anni, poiché le influenze stagionali tendono invece a colpire gli anziani e i bimbi piccoli.

Emergenza in Messico. Il Messico ha autorizzato le

autorità sanitarie a mettere in isolamento i pazienti e a controllare le abitazioni e i viaggiatori in arrivo nel paese, dove finora sono stati accertati almeno 20 casi di decesso per il virus. Altri 42 sono ritenuti sospetti, e più di mille sono le persone ammalate. I primi casi sono stati individuati il 13 aprile ma solo da giovedì si è compresa l'estensione e la gravità dell'epidemia. Chiusi scuole, musei, biblioteche, teatri in tutta la capitale e in una provincia vicina, "fino a nuovo ordine".

Il vaccino. Nel frattempo si lavora al vaccino, sulla base delle prime informazioni sul virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, i primi milioni di dosi potrebbero essere pronti in meno di sei mesi. Ma il direttore del Centro di controllo e prevenzione delle malattie di Atlanta, Richard Besser, ha osservato che "probabilmente è troppo tardi" per contenere una nuova epidemia.

In consigli per chi viaggia. Il ministero della Salute ha pubblicato una serie di consigli per i viaggiatori diretti nelle aree interessate. Ecco i principali: evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca; lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool. Il ministero avverte inoltre che "la vaccinazione con i tradizionali antinfluenzali (vaccini stagionali), pur sollecitando le difese immunitarie, probabilmente non è efficace nei confronti di questa specifica infezione".

Per quanto riguarda invece i viaggiatori provenienti dalle aree interessate dai focolai, il ministero avverte che "nel caso si ritenga di essere stati esposti a contatti con suini o con persone affette da influenza suina" è necessario "tenere sotto controllo lo stato di salute per almeno 7-10 giorni. Se durante questo periodo si dovesse accusare febbre e sintomatologia simil-influenzale (faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari ecc)", il ministero raccomanda di "consultare telefonicamente un medico o contattare i numeri telefonici che verranno indicati segnalando il viaggio e l'eventuale contatto con suini o persone affette da influenza".

Ue, nessuna restrizione. Nessuna restrizione al momento per i viaggi internazionali ma solo una prima valutazione dell'efficacia delle misure messe a punto dai singoli paesi. Questa la conclusione della riunione, in teleconferenza, dei tecnici dei ministeri della Salute dei 27 paesi dell'Ue. L'Italia ha presentato le misure predisposte dal sottosegretario Ferruccio Fazio, dalla distribuzione degli opuscoli per chi va o proviene da Usa e Messico e l'attivazione di un numero verde.

(25 aprile 2009)

 

 

 

 

 

 

Il sottosegretario alla Salute assicura che l'Italia è già attrezzata

e insieme all'Oms sta anche valutando l'ipotesi dei vaccini

Fazio: "Pronti i farmaci antivirali

abbiamo già 40 milioni di dosi"

Non vietati, ma sconsigliati i viaggi nelle zone a rischio: "In ogni caso

è meglio evitare i luoghi molto affollati, e se ci sono sintomi farsi controllare subito"

Fazio: "Pronti i farmaci antivirali abbiamo già 40 milioni di dosi"

ROMA - In Italia ci sono dosi sufficienti di farmaci antivirali specifici per contrastare i peggiori effetti della febbre suina che si sta diffondendo negli Stati Uniti. Ad assicurarlo è il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio- "Abbiamo 40 milioni di dosi - ha detto a Radio Capital - delle quali 10 milioni già pronte, e 30 mila da incapsulare, ma comunque utilizzabili in caso di urgenza".

Fazio ha assicurato che si tratta degli antivirali specifici, in grado cioè di contrastare il virus di questo nuovo tipo di influenza. Ma il ministero, ha aggiunto il sottosegretario, si sta anche attrezzando per le eventuali vaccinazioni: "Stiamo valutando adeguate strategie vaccinali e contiamo di avere la situazione sotto controllo. Poi, in collaborazione con l'Oms, stiamo agendo in sintonia con tutti i Paesi Europei". Fazio ha spiegato che tuttavia, dal momento che l'influenza dei maiali sta colpendo soprattutto persone tra i 25 e i 40 anni, probabilmente le fasce della popolazione più a rischio, i bambini e gli anziani, sono parzialmente difesi dai vaccini influenzali ordinari.

Quanto ai viaggi all'Estero, il ministero della Salute al momento non li vieta, ma, come la Farnesina, li sconsiglia: "E comunque suggeriamo di evitare situazioni di grande affollamento, come i mercati o le sale cinematografiche, dove c'è più rischio di contagio", dice Fazio. Quanto a chi ritorna dal Messico, dal Texas o da altre zone nelle quali ci sono già stati casi di febbre suina, "se ci sono sintomi influenzali è meglio farsi controllare subito, ci sono già diversi 'medici sentinella'".

Non è invece assolutamente il caso, assicura il sottosegretario, di eliminare la carne di maiale dall'alimentazione: "Il nostro maiale è assolutamente sicuro, lo diciamo con certezza. Non esiste alcun pericolo. L'influenza suina si prende prima da contaggio dal maiale, e poi da uomo a uomo. E' un virus nuovo, quindi non è che si conosca moltissimo, ma sicuramente non si prende mangiando carne cotta di maiale. Poi noi non importiamo carne dal Messico e quindi non esiste nessuno spazio per pensare che i nostri maiali non siano sicuri".

(26 aprile 2009)

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2009-04-28

Marino: "L'Italia non è pronta per un'epidemia"

"L’Italia non è pronta a fare fronte ad un’eventuale emergenza legata al virus dell’influenza suina". A dirlo è Ignazio Marino, Pd, presidente delle commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, dopo aver verificato i dati relativi alle riserve di farmaci a disposizione attualmente nel nostro paese. Premettendo di non voler fare allarmismo, Marino ha però sottolineato che attualmente le dosi di farmaci per l’eventuale trattamento di un’influenza suina sono minime. "Nel nostro paese sono disponibili in questo momento 40 milioni di dosi di farmaci potenzialmente efficaci per contrastare il virus dell’influenza suina. Ma per curare una persona servono 10 dosi, ciò significa che, se il virus arriverà nel nostro paese, in teoria vi sarà la disponibilità del farmaco solo per 4 milioni di persone, pari a meno del 7% della popolazione italiana".

Per altro anche le dosi disponibili, in realtà non lo sono davvero. "Il farmaco al momento attuale non può essere somministrato". ha detto infatti Marino. Tre quarti del prodotto sono infatti conservati nel magazzino del ministero, "sotto forma di principio attivo, ovvero di polvere, non di compresse. Verosimilmente, per acquistare gli eccipienti, procedere all’incapsulamento del farmaco e alla distribuzione alla popolazione serviranno come minimo dalle quattro alle sei settimane. Impossibile ridurre questi tempi tecnici".

I farmaci che potrebbero risultare efficaci per contrastare gli effetti del virus sono gli stessi previsti per l’influenza aviaria, che ebbe un picco nel 2003 in Asia, creando allarme per una possibile pandemia. "Oggi come allora l'Italia - sostiene Marino- non è pronta e infatti anche due anni fa era al penultimo posto in Europa, assieme a Cipro e Grecia, in quanto a capacità di fornire farmaci alla popolazione. Un serio programma di prevenzione è stato attivato in paesi come Francia, Svizzera, Olanda che oggi possiedono scorte di farmaci per coprire l'eventuale fabbisogno di più della metà della popolazione".

27 aprile 2009

 

 

 

 

 

Oms: "Nessun paese è al riparo"

Inutile chiudere le frontiere, la diffusione del virus ormai è un dato di fatto. L’ipotesi di riuscire a circoscrivere l’influenza suina per l’Oms è già tramontata, mentre sale la conta dei morti: 152 le vittime in Messico. Il virus è arrivato in Europa - un caso in Spagna, due in Scozia -, sono una cinquantina i contagiati negli Usa e cominciano ad essere segnalati casi sospetti anche in Asia. L’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso perciò di innalzare il livello di guardia, portandolo da 3 a 4 su una scala di 6, il che significa che c’è un considerevole aumento del rischio di una pandemia.

"Siamo ad un significativo passo verso una pandemia di influenza. Ma non siamo ancora a questo punto", ha spiegato Keiji Fukuda, vicedirettore generale dell’Oms. Il virus è ormai troppo diffuso per poter pensare ad una strategia di contenimento, ma la pandemia può ancora essere evitata se i governi riusciranno a mettere in piedi misure efficaci per proteggere la popolazione.

Secondo l’Oms nessun Paese può considerarsi al riparo. Una smentita indiretta alle affermazioni del ministro degli esteri italiano Frattini che solo ieri parlava di un rischio "insignificante" per l’Italia, mostrando un ottimismo non condiviso dalle autorità sanitarie mondiali. Oggi, più realisticamente, il sottosegretario alla salute Ferruccio Fazio ha affermato che "naturalmente è possibile, anzi probabile, che prima o poi il virus della febbre suina arrivi anche in Italia". Ma ha aggiunto che siamo comunque pronti ad affrontare un’emergenza: affermazioni assolutamente non condivise da Ignazio Marino, pd, che ieri ha lanciato l’allarme denunciando proprio l’impreparazione dell’Italia rispetto ad altri Paesi e un colpevole deficit di farmaci anti-virali.

L’Oms ritiene che per arrivare a formulare un vaccino, nonostante il nuovo virus sia già stato isolato, ci vorranno tra i quattro e i sei mesi. Di più per averne un quantitativo proporzionato al rischio.

Una nota relativamente positiva arriva dal Messico, dove il ministro della sanità, Josè Angel Cordova, ha fatto notare un declino nell’incidenza del numero quotidiano di vittime: i decessi sono stati 6 sabato scorso, 5 domenica, 3 ieri. Al momento ci sono circa 2000 persone ricoverate. Il dato negativo è che il virus sembra colpire di preferenza la fascia d’età compresa tra i 20 e i 50 anni d’età, quella che viene classificata come "giovani adulti": la stessa fascia d’età bersagliata dalle passate pandemie.

Diversi governi hanno sconsigliato i viaggi nelle aree più colpite del Messico. Si sono moltiplicati gli screening negli aeroporti e Taiwan ha annunciato che imporrà la quarantena ai passeggeri che mostrino sintomi di influenza. Bloccate anche in diversi Paesi le importazioni di carne suina dal Messico e da alcune regioni degli Stati Uniti, malgrado le autorità sanitarie sottolineino che non c’è alcun pericolo nel consumare la carne suina: il contagio avviene tra uomo e uomo.

27 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-26

Influenza suina, allarme dell'Oms

È di 81 morti il bilancio dell'epidemia di febbre suina che ha colpito il Messico. Sono le ultime cifre ufficiali diffuse dal ministero della Salute. Per ridurre il rischio di diffusione del contagio drastiche le misure sanitare decise dalle autorità, che hanno fatto appello alla popolazione a restare a casa e a osservare le regole base dell'igiene personale. Molte le scuole, gli uffici e i ristoranti chiusi. Tantissime anche le iniziative pubbliche sospese.

Il ministro della sanità ,Jose Cordova, ha riferito che dal 13 aprile sono state 1.324 le persone ricoverate negli ospedali del paese con sintomi sospetti e sottoposte al test del virus. Un virus mai visto finora e che si trasmette da uomo a uomo. Un nome non ce l'ha ancora, ma il suo identikit sta diventando sempre più chiaro di ora in ora, nei laboratori che lo stanno studiando in tutto il mondo. Il nuovo virus, del tipo A/H1N1, è un singolare puzzle che unisce insieme frammenti di virus di due tipi di influenza dei suini (nordamericana ed eurasiatica), della molto più nota aviaria e della familiare influenza umana.

È avvenuto cioè il "riassortimento" del quale si parlava e che si temeva dal 1997, quando i primi casi della cosiddetta "influenza dei polli" fecero la loro comparsa a Hong Kong. Allora si cominciò a parlare del probabile arrivo di una nuova pandemia, dopo la Spagnola del 1918, l'Asiatica del 1957 e la Hong Kong del 1968. Virologi di tutto il mondo ne hanno sempre dato per scontato l'arrivo, rilevando che sarebbe stata una questione di tempo. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato in una nota che i focolai di influenza da suini in Messico e negli Stati Uniti costituiscono "un'emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale". "La situazione è seria e deve essere seguita con grande attenzione", aveva detto oggi il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, dopo aver consultato un gruppo di 15 esperti internazionali.

Secondo il direttore, il nuovo virus ha un potenziale pandemico, ma non si sa ancora, ha rilevato, se può causare una pandemia. La prudenza è d'obbligo in attesa di conoscere in modo preciso le caratteristiche del virus e l'evolversi della situazione. Per le autorità sanitarie americane, invece, la propagazione del nuovo tipo di influenza, che ha ucciso decine di persone in Messico e ne ha contagiate almeno dieci negli Usa, non può essere contenuta.

"È chiaro che è diffusa e che non possiamo contenere la diffusione del virus", ha detto Anne Schuchat, che dirige ad interim i programmi di scienza e sanità pubblica dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Il nuovo virus si trasmette più facilmente e rapidamente rispetto a quello dell'aviaria, ma di sicuro, affermano gli esperti, non ci sono rischi legati al consumo di carne suina.

In contatto con gli esperti internazionali sta lavorando anche il ministero italiano del Welfare, ha detto oggi il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. Sono state allertate la rete di controllo Influnet del ministero, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, e le altre strutture per la sorveglianza del virus sul territorio, mentre è ancora in fase di valutazione l'opportunità di controlli alle frontiere.

Secondo le prime valutazioni, il nuovo virus si trasmetterebbe in modo simile a quello dei virus dell'influenza stagionale e questo perché, secondo il microbiologo Michele La Placa, dell'università di Bologna, è probabile che nel "riassortimento" il virus abbia affinato le armi che gli permettono di ancorarsi alle cellule. Le armi si chiamano emoagglutinina (indicata con la lettera H) e neuroaminidasi (N) e, immaginando il virus come il riccio di una castagna, sono gli aculei molecolari per agganciarsi alle cellule.

Normalmente i virus umani sono sensibili solo alle cellule dell'apparato respiratorio, spiega l'esperto, ma questo virus potrebbe essere in grado di legarsi a più tipi di cellule. Capacità che molto probabilmente il nuovo virus avrebbe acquisito in quel vero e proprio crogiuolo che è il maiale, dove sono riusciti a fondersi ben quattro virus provenienti da tre specie diverse. Nel frattempo si sta già lavorando al vaccino, sulla base delle prime informazioni genetiche e biochimiche sul nuovo virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, la speranza è che i primi milioni di dosi potrebbero essere pronti in meno di sei mesi.

Di fronte al dilagare di casi di influenza suina in Messico, la Farnesina sconsiglia di recarsi al momento nelle aree colpite: "A meno di motivi improrogabili si consiglia ai viaggiatori che intendano recarsi nelle zone sopra indicate di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità", si legge sul sito 'Viaggiare sicuri" dell'Unità di crisi della Farnesina alla sezione dedicata al Messico.

26 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

Che sintomi ha? Quali le precauzioni? Domande e risposte dal Ministero della Salute

Cos'è l'Influemza suina?

L'influenza suina è una malattia respiratoria acuta dei maiali causata virus influenzali del tipo A, che causano abitualmente epidemie di influenza tra i suini. I Virus dell'influenza suina causano alti livelli di malattia e bassa mortalità nei maiali. I virus dell'influenza suina possono circolare tra i maiali in tutti i mesi dell'anno, ma la maggior parte delle epidemie si manifestano nel tardo autunno ed in inverno, così come accade per le epidemie nella popolazione umana. Il virus dell'influenza suina classica (virus influenzale A/H1N1 è stato isolato per la prima volta begli anni 30 del secolo scorso.

Quanti sono i virus dell'influenza suina?

Come tutti i virus influenzali anche quelli dell'influenza suina mutano continuamente: I maiali possono essere infettati dai virus dell'influenza aviaria così come da quelli dell'influenza suina. Quando virus influenzali di differenti specie animali infettano i suini, i virus possono andare incontro a fenomeni di "riassortimento" e nuovi virus che sono un mix di virus umani/aviari/suini possono emergere. Nel corso degli anni, sono emersi diverse varianti di virus influenzali suini ; al momento, nei maiali sono stati identificati 4 sottotipi principali di virus influenzali di tipo A : H1N1, H1N2, H3N2, and H3N1. Comunque, la maggior parte dei virus isolati recentemente nei maiali sono stati H1N1

L'influenza suina può infettare l'uomo?

I virus dell'influenza suina non infettano normalmente l'uomo. Comunque, possono verificarsi infezioni umane sporadiche con virus influenzali suini. Comunemente questi casi di infezione umana da virus influenzali suini si manifestano in persone con esposizione diretta ai maiali (per esempio lavoratori addetti ad allevamenti e industrie suinicole, frequentatori di fiere zootecniche).

Quali sono i sintomi dell'influenza suina nell'uomo?

I sintomi dell'influenza suina sono simili a quelli della "classica" influenza stagionale e comprendono: febbre, sonnolenza, perdita d'appetito, tosse: alcune persone con influenza suina hanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Come l'influenza stagionale, anche l'influenza suina può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti e in passato sono stati segnalati casi di complicazioni gravi (polmonite ed insufficienza respiratoria) e decessi associati ad infezione da virus dell'influenza suina .

Quanto à grave l'influenza suina nell'uomo?

Come l'influenza stagionale, l'infezione da virus influenzale suino nell'uomo può presentarsi in forma lieve o grave.

Le persone possono prendere l'influenza suina mangiando carne di maiale?

No, i virus dell'influenza suina non sono trasmessi dal cibo; non si può contrarre l'influenza suina mangiando maiali o prodotti a base di carne di maiale. Mangiare carne maneggiata in maniera appropriata, carne cotta e prodotti a base di carne suina. Cuocere la carne a temperatura interna di 70-80 ° gradi uccide il virus dell'influenza suina, così come gli altri batteri e virus.

Come si trasmette l'influenza suina?

I virus influenzali possono essere trasmessi direttamente dai maiali all'uomo e dall'uomo ai maiali. Le infezioni umane con virus influenzali di origine suina si manifestano con maggiori probabilità in persone che hanno contatti ravvicinati con i suini , come negli allevamenti o nelle fiere zootecniche. E' possibile anche la trasmissione da persona a persona. Si ritiene che ciò accada con le stesse modalità di trasmissione dell'influenza stagionale, cioè attraverso la diffusione di goccioline di secrezioni naso-faringee con la tosse e lo sternuto. Le persone possono anche infettarsi toccando superfici contaminate con secrezioni infette e e poi portando alla bocca e al naso le mani. Per questo il lavaggio delle mani è una misura molto importante per ridurre il rischio di infezione.

Il virus di quest'epidemia in Messico e USA è contagioso?

Ci sono evidenze, stabilite dai CDC degli Stati Uniti d'America, che il virus responsabile dei casi negli Stati Uniti si sta diffondendo da persona a persona: comunque in questo momento non è possibile sapere quanto facile sia questa trasmissione.

Come si può diagnosticare l'infezione da virus influenzali suini nell'uomo?

Per la diagnosi di influenza suina A è necessario raccogliere un campione di secrezioni respiratorie (tampone nasale o faringeo) entro i primi 4 – 5 giorni dall'inizio dei sintomi (quando è maggiormente probabile che la persona elimini i virus). Comunque, alcune persone e in particolar modo i bambini possono eliminare il virus influenzale per 10 giorni e più. L'identificazione del virus dell'influenza suina richiede l'invio del campione ad un Laboratorio di riferimento della rete Influnet, con il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità..

Quali farmaci possono essere usati per trattare le infezioni da virus influenzali suini nell'uomo?

Sono disponibili diversi tipi di farmaci antivirali per il trattamento dell'influenza: amantadina, rimantadina, oseltamivir e zanamivir . Mentre la maggior parte dei virus dell'influenza suina si sono rivelati suscettibili a tutti e quattro i farmaci, i virus influenzali suini isolati recentemente dagli uomini sono resistenti alla amantadina e alla rimantadina; pertanto solo oseltamivir e zanamivir sono raccomandati per il trattamento / prevenzione dell'Influenza umana da virus influenzale suino

Quante epidemie di influenza suina si conoscono?

Probabilmente l'epidemia più conosciuta è quella che ha colpito i soldati di Fort Dix , New Jersey (USA), nel 1976 , con circa 200 casi tra i soldati presenti nel campo. Il virus causò malattie con segni radiologicamente evidenti di polmonite in almeno 4 soldati e 1 decesso: tutti i colpiti erano precedentemente in buona salute . Il virus si era trasmesso attraverso contatti stretti nel corso di sedute di addestramento, con trasmissione limitata al di fuori di questo contesto. Si ritiene che il virus abbia circolato per un mese , per scomparire spontaneamente. La fonte del virus , il momento esatto della sua introduzione a Fort Dix e i fattori che possono avere influenzato la sua diffusione e durata sono sconosciuti. L'epidemia potrebbe essere stata causata da un virus animale introdotto in contesto di particolare affollamento nel periodo invernale .Il virus influenzale suino isolato dai soldati di Fort Dix fu denominato A/New Jersey/76 (Hsw1N1). L'episodio fu alla base di una estesa campagna di vaccinazione antinfluenzale nel 1977.

Fonte: CDC e Ministero Lavoro, Salute e Politiche Sociali - Direzione generale Prevenzione sanitaria

26 aprile 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-04-28

 

 

 

 

 

 

2009-04-26

Febbre suina, nessun caso in Europa. Messico, 81 morti

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26 aprile 2009

Come difendersi dalla febbre suina: consigli ai viaggiatori

Peste suina, Coldiretti: Italia non importa carne dal Messico

Influenza suina: domande e risposte

Il virologo: è un nuovo virus assomiglia a spagnola ma abbiamo farmaci

La Casa Bianca rassicura l'opinione pubblica sullo stato di salute di Obama

Otto studenti del liceo "Saint Francis Preparatory" di Queens, a New York, hanno contratto "in forma leggera" il virus dell'influenza suina originaria del Messico. Lo ha confermato il sindaco Michael Bloomberg, sottolineando però che non c'è alcune segnale di diffusione del virus o di epidemia. Tanto che le scuole pubbliche resteranno aperte e solo la "Saint Francis" sarà chiusa nelle giornate di lunedì e martedì. E nel tam-tam di notizie più o meno attendibili, la Casa Bianca ha dovuto rassicurare l'opinione pubblica sullo stato di salute del presidente Barack Obama, che ha effettuato di recente un viaggio in Messico.

Rischio mutazioni. Un nuovo allarme arriva dall'Organizzazione mondiale dell sanità, secondo cui "è piuttosto probabile" che l'attuale epidemia di influenza suina possa mutare in una

forma ancora "più pericolosa". Keiji Fukuda, uno dei virologi dell'Oms ha spiegato che l'organizzazione è pronta a preparare un vaccino se sarà necessario. Va precisato, però, che il virus non si trasmette mangiando carne di maiale: si chiama influenza suina per le sui origini, ma il contagio avviene come le comuni forme di influenza.

La situazione in Italia. Le autorità italiane tranquillizzano i cittadini. Al momento nel nostro Paesela febbre suina rappresenta un "rischio trascurabile" e non c'è alcun bisogno di chiudere le frontiere o di disporre controlli speciali: è il messaggio rassicurante che arriva dal ministero del Welfare, mentre in tutto il mondo aumenta il livello di allerta per l'epidemia che ha colpito alcune zone del Messico. Anche le autorità europee seguono la vicenda avvertono: "Finora non è stato segnalato nessun caso di febbre suina nell'Unione europea".

L'epidemia in Messico. Nel Paese da cui è partito il contagio il bilancio della malattia è salito a 81 decessi dal 13 aprile. Per ridurre il rischio di diffusione del contagio le autorità hanno deciso misure drastiche: chiuse le scuole almeno fino al 6 maggio, sospese le messe e altre iniziative pubbliche. Il ministro messicano della Sanità, Jose Cordova, ha riferito che sono state 1.324 le persone ricoverate negli ospedali del Paese con sintomi sospetti e sottoposte al test del virus.

Casi sospetti. In Israele è stato ricoverato un ragazzo di 26 anni al rientro dal Messico e in Nuova Zelanda una decina di studenti - appena rientrati da un viaggio nel Paese centroamericano - presentano sintomi che corrispondono a quelli della malattia. Tre persone che "presentano i sintomi dell'influenza suina e hanno da poco soggiornato in Messico" sono state poste sotto osservazione e in isolamento in Spagna. Le autorità francesi annunciano di avere "dubbi non confermati" su due casi sospetti legati all'infezione suina, mentre a Marsiglia, una donna incinta di ritorno dal Messico è stata sottoposta a test che hanno dato esisti negativi, escludendo ogni rischio di contagio. Si è rivelata normale influenza anche quella che aveva colpito uno steward della British Airways di rientro dal Messico.

Avvisi per i viaggiatori. Il ministero degli Esteri raccomanda di non mettersi in viaggio per Città del Messico e per gli Stati messicani di Sonora, Baja California e Oaxaca. Ai viaggiatori provenienti dalle aree interessate dai focolai di influenza suina, in caso ritengano di essere stati esposti durante il viaggio a contatti con suini, o con persone affette da influenza suina, si consiglia di tenere sotto controllo il proprio stato di salute per almeno 7-10 giorni. Se durante questo periodo dovesse comparire febbre e sintomatologia simil-influenzale (come mal di gola, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari), si raccomanda di consultare, telefonicamente, un medico o contattare i numeri telefonici che saranno forniti dal ministero lunedì mattina.

26 aprile 2009

 

 

 

 

Come difendersi dalla febbre suina: consigli ai viaggiatori

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25 aprile 2009

Influenza suina: domande e risposte

Influenza suina, Coldiretti: Italia non importa carne dal Messico

Influenza suina: allarme in Messico, Usa e Canada

Il virologo: è un nuovo virus, ma abbiamo farmaci

Febbre suina: consigli ai viaggiatori. Evitare di visitare mercati o fattorie, no alla consumazione di carne suina non cotta: sono alcuni dei consigli del ministero della Salute per chi intende recarsi in Messico o negli Stati Uniti, in particolare Texas e California. L'Organizzazione mondiale della sanità ritiene che il virus della febbre suina, che ha già provocato almeno venti morti in Messico e otto casi non mortali negli Stati Uniti, ha "chiaramente un potenziale pandemico". E il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, ha invitato i Paesi non colpiti ad aumentare la loro vigilanza. Tra le misure approntate dal ministero del Lavoro e della Salute è stato diffuso un foglio di istruzioni per chi arriva o parte negli aeroporti e nei porti italiani o ai valichi non Schenghen. Misura predisposte dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di frontiera (Usmaf). In tutti gli scali è stato altresì esposto un manifesto che informa dell'esistenza dell'epidemia.

Le raccomandazioni del ministero della Salute

Per chi parte. "Evitare la visita di mercati o di fattorie in cui si può venire a contatto con suini che potrebbero essere infetti; consumare cibi a base di carne suina solo dopo accurata cottura; evitare di portare le mani a contatto con occhi naso e bocca". Il ministero raccomanda anche di lavarsi spesso le mani con acqua e sapone o con detergenti a base di alcool, sapendo che la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali), "pur sollecitando le difese immunitarie, probabilmente non é efficace nei confronti di questa specifica infezione".

Per chi arriva. A chi arriva dai paesi a rischio, il ministero raccomanda "nel caso si ritenga di essere stati esposti a contatti con suini o con persone affette da influenza suina" di "tenere sotto controllo lo stato di salute per almeno 7-10 giorni". Se durante questo periodo si dovesse accusare febbre e sintomatologia simil-influenzale (faringite, tosse secca, mal di testa, dolori muscolari ecc), il ministero raccomanda di "consultare telefonicamente un medico o contattare i numeri telefonici che verranno indicati segnalando il viaggio e l'eventuale contatto con suini o persone affette da influenza".

Viaggiare sicuri della Farnesina invita a rinviare i viaggi

Sul sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, gestito in collaborazione con l'Aci, si chiede ai viaggiatori di "evitare la frequentazione di luoghi pubblici, di riporre particolare attenzione nella cura dell'igiene personale" e di recarsi in strutture sanitarie in presenza di sintomi influenzali. A meno di motivi improrogabili il sito consiglia "di rinviare i propri programmi di viaggio in attesa che la situazione sanitaria locale torni alla normalità".

Disponibili in Italia 40 milioni di farmaci antivirali

In merito, poi, alla presunta insufficienza nel nostro Paese di scorte di farmaci antivirali per far fronte a una eventuale pandemia da influenza suina, il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha precisato in una nota che si tratta di notizie inesatte, "in quanto sono attualmente stoccate presso il Ministero quaranta milioni di dosi di tali farmaci. Più precisamente sono disponibili circa dieci milioni di dosi di farmaco Zanamivir (Relenza) e 60mila dosi di farmaco Oseltamivir (Tamiflu) pronte per l'assunzione. Sono inoltre disponibili circa 30 milioni di dosi di Tamiflu sotto forma di polvere, per l'incapsulamento della quale è già stato dato mandato all'Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze". Polvere che, in estrema emergenza, può essere assunta in soluzione liquida.

25 aprile 2009

 

 

 

 

Influenza suina, Coldiretti: Italia non importa carne dal Messico

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25 aprile 2009

L'interno di una macelleria suina (Marka)

L'Italia non ha importato suini o carne di suino dal Messico. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2008 in riferimento ai casi di influenza suina che hanno provocato morti umane nel Paese sudamericano.

"Occorre evitare inutili allarmismi e adottare subito - sottolinea la Coldiretti in una nota - le misure già sperimentate con successo nel caso dell'influenza aviaria a partire dall'obbligo di indicare della provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto é stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza".

Per la Coldiretti infatti "le misure di controllo sanitario, a partire dall'intensificazione dei controlli alle frontiere, devono essere accompagnate da una capillare azione di informazione per evitare che la preoccupazione si traduca in una psicosi senza alcuna ragione sui consumi con danni irreparabili per gli allevamenti italiani".

Secondo l'indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (98%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale.

"Si tratta - prosegue la Coldiretti - di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melamina proveniente dalla Cina, la carne di maiale alla diossina dall'Irlanda e l'olio di girasole dall'Ucraina".

In merito, poi, alle voci su una presunta insufficienza, in Italia, di scorte di farmaci antivirali sono inoltre arrivate le precisazioni del sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio che ha fornito garanzie sull'esistenza di 40 milioni di dosi di antivirali stoccate presso il Ministero della Salute.

25 aprile 2009

 

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